In Veneto abbiamo la tradizione di mangiare la "pinsa" o pinza per l'Epifania, meglio se guardando il tradizionale falò chiamato "pan e vin" la sera del 5 gennaio mentre i bambini aspettano l'arrivo della Befana.
Quando ero bambina c'era una vecchia prozia che faceva la pinsa ogni anno, cuocendola nel grande forno a legna dove di solito cuoceva il pane. Non conosco la sua ricetta, e non ricordo nemmeno il gusto della sua pinza, ricordo solo che era sempre bruciacchiata. Ah, i ricordi dei bambini... La pinsa è un dolce antico, retaggio della povertà, quando per fare un dolce la massaia doveva ingegnarsi con quello che aveva. La polenta era il cibo tradizionale nelle campagne, e la frutta secca veniva fatta in casa per conservare un po' di cibo per l'inverno: pochi semplici ingredienti, ed ecco la pinsa.
Al giorno d'oggi la pinsa si trova ancora presso qualche fornaio, ma prepararla in casa non è complicato, l'unica particolarità è la lunga cottura. Ti consiglio quindi di non aspettare molto dopo cena per iniziare a prepararla, altrimenti dovrai svegliarti a mezzanotte e mezza per toglierla dal forno come ho fatto io! Però è venuta buonissima, ne sono entusiasta e voglio condividerla con te.
In internet si trovano ovviamente molte ricette, anche perché ogni famiglia seguiva la sua ricetta, e cambia molto anche da zona a zona. Ho deciso di seguire la ricetta di Formine e Mattarello, perché era quella che più si avvicinava all'idea che avevo in mente, ed inoltre usava la polenta istantanea.
Se realizzi questa ricetta, condividila e taggami su Instagram @maelabonetto e su Facebook @LaCucinaDiMaela, non vedo l'ora di vedere le tue creazioni!
Commenti
Posta un commento